BORGOBlog - Il senso del tempo e dei luoghi esperienziali
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Per salvare il paesaggio come costruzione mentale e culturale, occorre recuperare il senso dell’abitare, riscoprire e rivalutare il Genius Loci
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“La natura è la sede del Genius Loci, la sua residenza. Siamo riusciti a sbarcare sulla luna. Bisogna riscoprire la terra. Il Genius Loci è un memento essenziale: ricorda a un mondo frenetico e smemorato come quello odierno che l’uomo è un albero si sprigiona, al modo di una fiamma, in due sensi. Ha bisogno di cielo, di aria, di orizzonti, di paesaggi e nello stesso tempo deve mettere le radici nel profondo della terra, succhiarne i liquidi vitali, garantirsi così la sopravvivenza e la creatività” F. Ferrarotti
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Consigli e Riflessioni
Scrive il noto psicanalista junghiano Claudio Risè: «La presenza del Covid-19 nel mondo occidentale è il risultato automatico di uno stile di vita e di un modo di produzione che per avidità, fretta, anche ignoranza, ha messo tra parentesi i pericoli che da sempre minacciano l’uomo, il suo corpo e la sua vita. Questa è la prima vera pandemia globale (dopo l’Aids, che l’aveva preannunciata verso la fine del secolo scorso) e ci mostra perfettamente per quale ragione il modello di sviluppo globalizzato sia un binario morto, da abbandonare al più presto: destabilizzante e omicida com’è porta solo alla morte. L’uomo non è globale, è locale: se lo stacchi dallo spirito e dalla comunione con la sua terra (il “genius loci” così caro a Jung), perde forze e si ammala (…) l’arrivo del virus non è un bizzarro incidente, ma un aspetto strutturale di questo tipo di sviluppo. Quando togli i confini agli uomini, non puoi aspettarti che li rispettino i virus».
Per un approfondimento leggi l’articolo: “Il virus che segnerà la fine della globalizzazione